August 22, 2019

Del passato non ha nostalgie, del futuro nessuna paura: «La belle Bellucci» nella vita ama cambiare tutto, anche gli uomini. Ma le amiche no, perché «l’amicizia è la più alta forma d’amore». Però non chiedetele di quel vestito a fiori…

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Volo di ritorno. Incastrato nel buio tra due corpi ronfanti, appena sotto la Via Lattea, ripenso all’incontro con Monica Bellucci. Mi torna in mente la storia del gatto con il topo. Una gattona di fatale bellezza e un topone in missione con l’obiettivo decisamente ambizioso di stanarla. Metteteli nello stesso ring, suonate il gong e fate partire le lancette del tempo. Botte da orbi, truccate da sorrisi maliardi e sospiri che stenderebbero il nipotino di Al Capone. 109 minuti di corpo a corpo e indovinate chi finisce al tappeto? Avete indovinato. A proposito di uomini, conigli e toponi incastrati. «Mi  isegnano così», dice Jessica Rabbit con il colpo di genio che la scagiona da ogni misfatto di seduzione criminale. Lei, Monica Bellucci, somiglia al disegno che ne ha fatto Milo Manara. Una statua del desiderio oltre che di cera, come si vede nel museo di Parigi. Un’astrazione di carta e matita che, quando si anima e diventa carne, semina il caos. Se poi ti spingi a pensare che, sotto quella magnifica astrazione, esiste e insiste una donna vera, che non è vegana, mangia, beve, onnivora, fa sesso e pipì, sei bello che andato. Una mongolfiera destinazione paradiso. O inferno. Dipende dalle tue attitudini.

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