Te lo hanno sempre detto. Sei la piu bella.
E tu, da quando avevi 18 anni, dici: «Ce ne sono altre più belle di me». Essere o non essere la più bella del reame? Esserlo, quando il fotografo scatta, quando parte il ciak, e poi dimenticarselo. Hai un’età, 56 anni, in cui le dive un tempo erano oltre il viale del tramonto. Per te, invece, ogni giorno è un’alba. «La nottata è passata. L’avevo detto, no?». Solare e ombrosa, Monica Bellucci ti abbaglia per la bellezza accecante, mentre l’ombra la protegge perch «a un certo punto della vita, non può essere tutto pubblico».
«Era Monica Bellucci? Parlavi con lei?». Caschetto, occhiali neri, trench. L’ultimo incontro dal vivo, per caso, poco prima del Covid, novembre 2019, all’aeroporto, volo di linea per Parigi. «Sembra una che non se la tira». Avanzare e sottrarsi, fuggire mostrandosi. Per questo scelgono sempre lei. Una donna allo specchio. Che non si fa più da tempo la domanda che ti condanna a una vita di veleni. Sono ancora io la più bella del reame?
Monica, cosa vede adesso fuori della sua !nestra?
Chiese e palazzi bellissimi. E verde, tanto verde. Sono a So0a, in Bulgaria, una città d’arte immersa in una vegetazione incredibile. Non me l’aspettavo. È un posto pazzesco, circondato da montagne piene di boschi.
Una vacanza, un lavoro, un amore?
Lavoro. Il set di un 0lm di Martin Campbell con Liam Neeson, Memory. Interpreto Davana, una magnate, capo di un fondo di investimento. Una donna potente ma anche molto pericolosa.
Ai David di Donatello è apparsa intabarrata in un vestitone di scena, senza trucco e con parruccone bianco. Irriconoscibile.
Stavo girando La Befana vien di notte – Le origini,di Paola Randi. Un progetto nuovo, bello, un po’ fuori dalle righe, un fantasy.
Nel collegamento col Quirinale, Geppi Cucciari ha commentato: «Ecco a voi Ivana Spagna».
Anche un mio amico mi ha detto: «Sembravi Patti Smith». Si vede che ho stimolato un sacco di ricordi. Scusi, ma che problema c’è a presentarsi vestita con gli abiti da scena di un 0lm?
Nessuno.
Ah, ecco. La costumista Mary Montalto, tra l’altro, ha fatto un lavoro stupendo. E poi il mio personaggio è quello di una strega buona che protegge i bambini di madri bruciate sul rogo. Il ruolo è quello di una donna adulta, che ha vissuto.
Donna “vissuta” come Anita Ekberg, che ha interpretato in The Girl in the Fountain di Antongiulio Panizzi. Un’attrice di bellezza sfolgorante che si ritirò a 50 anni. E, quando incontrò Fellini, disse che più che La dolce vita il !lm della sua vita avrebbe dovuto intitolarsi La vita amara.
Le donne di allora, dive comprese, non avevano la libertà che abbiamo noi oggi. E a 50 anni non solo la tua vita di donna ma anche la tua vita cinematogra0ca era 0nita da un po’. Nel 0lm si comprende che cos’era lo star system a quel tempo, un mondo completamente dominato dagli uomini.
A teatro invece porta in scena Maria Callas.
Quando è arrivata la pandemia abbiamo interrotto lo spettacolo, ma presto lo riprenderemo. A luglio in Portogallo, a settembre al teatro di Erode Attico ad Atene, poi, a novembre, a Milano, Roma e Venezia.A dicembre a Mosca e San Pietroburgo, e anche a Parigi. E, nel 2022, Londra e New York.
Che donna era la Callas?
Divina come cantante lirica e come attrice. Ma era anche una donna dal cuore semplice. Raccontava sempre che il dramma della sua vita, il suo più grande dolore, era stato non aver avuto !gli.
Fama, denaro, carriera immensa non le sono bastati?
Dive come la Callas, ma anche la Ekberg, anche se avevano una vita pubblica molto viva e fremente, nell’esistenza quotidiana erano sole, con pochi amici e grandi storie d’amore ma dif!cili. Quello che mi piace di loro però è l’enorme coraggio. Avere la forza di vivere in modo potente. La passione della Callas con Onassis non è qualcosa che accade a tutte. È una fortuna che capita a poche donne.
Fortuna? Anche se ti consumi, ci muori per questo amore?
È il concetto greco di Eros e Thanatos, amore e morte. Quando si parla della Callas spesso dicono: «Ma che vita tragica ha avuto». Io invece dico: «Ma che vita viva!». È importante anche avere la possibilità di vivere storie dif!cili.
Anche a lei è capitato, di vivere storie dif!cili?
Certo, capita. Ma sono periodi della vita, che corrispondono a momenti precisi. Quello che cercavo a 20 o a 30 anni in una relazione non è quello che cerco a 50.
Si ama una volta sola? C’è un solo grande amore?
No. Proprio perché quello che cerchi a 20 anni in un uomo non è quello che cerchi a 60, ci sono ricerche diverse e incontri diversi.
Adesso cosa cerca?
Vivo, semplicemente.
Sola?
La solitudine è bella, ma deve durare poco. A meno che tu non sia un’asceta.
Lei non lo è?
Posso esserlo per un certo periodo ma non per un tempo in!nito, non è la mia vocazione. Oggi, comunque, tengo per me la mia vita privata, non ne parlo. A una certa età si può fare, no?
Il regista Gaspar Noé, che l’ha diretta in Irréversible dove c’è la famosa scena della violenza sessuale con il suo ex marito Vincent Cassel, la descrive come l’attrice più audace che abbia mai conosciuto.
Audace? Lo sono quando mi danno l’occasione di esserlo.
Ha sempre avuto l’occasione di scegliere, o è stata scelta?
Questo lavoro è una questione di scelte. Sinceramente non avrei mai pensato, a 25 anni, che sarei arrivata a 56 e avrei ancora avuto la possibilità di farlo: di scegliere.
Nel 1991, un giornalista che la intervistava le attribuì la dote delle vere star: saper far sognare.
Non penso si possa descrivere se stessi. È come quando ci domandiamo perché succedono le cose. Accadono e basta.
Una cosa bella vissuta di recente?
Quando Paolo Virzì mi ha chiamato per il suo !lm Siccità venivo da una Parigi dove tutto era chiuso. A Roma ho potuto mangiare fuori con i miei amici, una di quelle cose semplici che diventano meravigliose.
Ha sofferto il lockdown?
Sono stata chiusa per tre mesi con le mie !glie sulla costa francese. Seguivo Léonie che doveva fare i compiti al computer dalle 9 alle 16. Poi tv, la cena e a letto. Mi sembrava di essere tornata in un mondo arcaico, di rifare la vita che facevo da piccola.
Ha detto che Deva e Léonie assomigliano molto al padre.
Deva ha la sua pelle e i suoi occhi. Léonie ha preso la sua energia, è molto vivace.
Deva farà la modella?
È avvenuto tutto in modo casuale. Era con me a Milano. Domenico e Stefano (Dolce e Gabbana, ndr) l’hanno vista e le hanno chiesto di lavorare con loro. Per ora si sta divertendo, va a scuola, è al penultimo anno del liceo. Vediamo cosa le piacerà fare, ma non credo sia una cosa sola.
Le ragazze di oggi vogliono tutto?
Volere tutto è qualcosa che appartiene piuttosto alla nostra generazione, cresciuta negli Anni ’80, mossa da un arrivismo sfrenato. I ragazzi di oggi hanno soprattutto voglia di imparare. E sono anche più consapevoli di noi dei valori importanti: ecologia, rispetto del pianeta, rispetto dell’altro.
Monica Bellucci: italiana vulcanica o tranquilla francese?
Smorzo il mio fuoco col senso del limite francese. Ho imparato a canalizzare. Un uomo le fa un complimento. Come reagisce? C’è una differenza tra un complimento fatto in modo garbato e un’aggressione, oggi c’è una tendenza a fare un miscuglio di tutto.
Il mondo di oggi è ancora maschilista?
Non credo alla guerra con l’altro sesso, sono per trovare un’intesa. E per dare agli uomini la possibilità di esprimere la loro parte femminile. Una volta quando vedevi un bambino che prendeva tra le mani una bambolina gliela tiravi via dicendo: no! Oggi i padri vanno al parco con la carrozzina, così come trovi la donna pilota o astronauta. Ma ci vorrà tempo prima che questo porti a grandi cambiamenti.
Il colpo più duro da assorbire?
Ho 56 anni, sono a metà strada della vita. Se voglio arrivare a 90, magari, i colpi più duri devono ancora arrivare.
Cosa la aspetta domani?
Credo che ognuno di noi vada avanti secondo la sua stella.
La sua dove la sta portando?
Non posso saperlo.
Perché?
Non sono io che la vedo, è lei che vede me.