Annoverata tra le donne più belle del mondo, a 53 anni, Monica Bellucci con qualche ruga, un corpo morbido grazie alla maternità (ha due figlie Deva e Léonie, avute dall’ex marito Vincent Cassel) è una donna dal fascino incontestabile, che con la vita e lo specchio sembra aver fatto la pace.
Proprio questa sua pacatezza e tranquillità hanno convinto il brand beauty Nivea a sceglierla per rappresentare una bellezza che arriva da dentro, protagonista della nuova campagna globale della linea anti-age NIVEA Hyaluron Cellular Filler.
Nello spot che interpreta, diretto dal regista francese Bruno Aveillan, Monica è la voce narrante e con un tono intimo, vicino, familiare racconta la bellezza di una donna appagata. Ciò che è Monica anche fuori dal set grazie a un mantra personale: «È fondamentale avere un giardino privato», nel senso di riservarsi la giusta dose di privacy dal lavoro per coltivare famiglia, amore, figli, ma anche femminilità più consapevole e un approccio risolto verso il tempo che passa. Una filosofia importante per chi come lei fa «un lavoro d’immagine», così lo descrive lei stessa. «Perché invecchiare non è un dramma, ma un’evoluzione naturale», dice. Su questi temi tanto cari alle donne e su tanto altro Monica Bellucci si è pronunciata in occasione dell’incontro con beauty editor italiane e internazionali durante l’evento Nivea in suo onore. Qui la versione di Monica.
SUL CORPO DA MAMMA
«Con la maternità il corpo cambia, non c’è niente da fare. È un processo naturale e trovo che sia anche bello, credo che serva per riscaldare. A me piace avere il corpo di una mamma. Dopo ogni gravidanza resto per un po’ più rotonda, non sono di quelle che impiegano tre mesi per rimettersi in sesto, a me serve di più. Quando ho avuto le mie bambine mi sono presa il mio tempo, forse perché ero così felice di essere diventata madre che avere qualche chilo in più non mi pesava per nulla. Trovo che le donne nella loro diversità siano tutte bellissime, quelle più rotonde, quelle magrissime. Non ho un codice di bellezza unica, mi danno fastidio i diktat che impongono di dover essere in un certo modo. Quando ho iniziato nella moda ero fuori dagli schemi e non ascoltavo ciò che dicevano di me, sono sempre andata per la mia strada. Bisogna insegnare alle nostre figlie, che soffrono per i propri complessi, che le donne sono belle proprio per le loro diversità. Dobbiamo cercare di aiutarle in questa traversata».
SULLE RUGHE
«Voglio vivere tanto, almeno fino a che le mie figlie avranno bisogno di me, il mio obiettivo è diventare una vecchia signora e voglio arrivarci al meglio anche con le rughe. Bisogna smettere di dire che le rughe sono brutte. Le rughe sono belle. Anna Magnani diceva ‘ci ho messo tanto per averle’ e sono d’accordo con lei. Sono le nostre cicatrici interne, ci danno la prova che abbiamo superato momenti difficili».
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SULLA ROUTINE BEAUTY
«Cercare di bere molta acqua e di dormire tanto. Tutte noi ne abbiamo bisogno se abbiamo figli. Ma dobbiamo anche nutrirci dentro, non con il cibo, piuttosto facendo qualcosa per l’anima. Il segreto della longevità nasce dall’interno e dal lavoro che si fa su di sé. Vivere non è facile per nessuno, la vita è un continuo misurarsi con se stessi e mi piace che una casa cosmetica abbia scelto una donna matura come me per rappresentare una crema, perché si parla di una bellezza diversa».
SULLE ICONE SENIOR DI FEMMINILITÀ
«La nostra società è cambiata, per noi donne vivere l’età matura è sempre più appagante. È una rivoluzione che fa parte del nostro momento storico, basta guardare le attrici di un tempo, le più belle e di talento degli anni ’40, ’50 ’60 alla mia età non avevano la voce che abbiamo noi oggi. Le donne in questo stanno mostrando più rispetto per se stesse, grazie anche a tutte le battaglie che hanno fatto le femministe, da loro abbiamo imparato molto. Un tempo essere femminile era quasi un peccato, perché volevamo la parità con l’altro sesso. Negli anni ’70, per esempio, non si allattava più, nessuno usava più un certo tipo di femminilità. Oggi abbiamo fatto un passo avanti, abbiamo dei diritti, vogliamo essere uguali agli uomini, ma nella nostra differenza. Vogliamo rispetto sociale per quello che siamo davvero e questo perché abbiamo raccolto i semi del passato. Siamo le figlie di quelle donne che hanno lottato per i nostri diritti, ma abbiamo un’altra forza. Questa nuova forma di rispetto che mostriamo per noi stesse aiuta ad abituare gli altri a rispettarci di più».
SUL TRASCORRERE DEL TEMPO
«Ogni giorno che passa imparo tantissimo. A volte la vita ci dà porte in faccia pazzesche, ma ogni volta che riusciamo a passare attraverso un’altra porta capiamo che siamo ancora qua e impariamo a relativizzare tutto. A 20 anni molte cose sembrano difficili e a 50 ci ridiamo sopra, imparando a prendere le distanze. Da una parte ti senti più saggia, dall’altra più infantile perché acquisisci una leggerezza nuova. C’è una frase bella che ho letto da qualche parte sulla differenza tra ignoranza e innocenza. Ignoranza è quando si vede solo il bello perché il brutto non si conosce, innocenza quando si vede il brutto ma si crede ancora nel bello. È quando si arriva a questo stadio che si vive bene. Talvolta lo si raggiunge con molto dolore, però è attraverso lotte e cicatrici che riusciamo a sentirci più forti».
SULL’ALIMENTAZIONE
«Mangio un po’ di tutto, pesce, verdure, dolci, non mi limito. Ho letto un libro sulla dieta dei gruppi sanguigni che mi ha convinta. Sono gruppo zero e il mio corpo va d’accordo con proteine e legumi, di meno con i carboidrati. Mangiare bene e avere cura del proprio corpo è un segno di salute mentale, non lo insegno io».
SULLA SENSUALITÀ MATURA
«Ci hanno tirato su facendoci pensare che siamo collegate, forse troppo, alle nostre ovaie. Ci hanno detto che nel momento in cui non procreiamo più è come essere morte, ci hanno detto che la menopausa è una malattia grave, ma invece è la libertà assoluta perché non siamo più schiave degli ormoni. Viviamo la sessualità con maggiore controllo. Non abbiamo più l’impulso ormonale che dirige, siamo noi a dirigere, e questo fa la differenza. C’è un momento di sbandamento, poi il corpo si mette a posto da solo, non succede niente di grave, va tutto bene, anzi tutto meglio. La creatività si sposta su altre cose e anche il cervello va su nuovi orizzonti. È in quel momento che diventiamo pericolose!».
SULL’INVECCHIAMENTO
«Molti trovano difficile venirne a patti con l’avanzare dell’età, perché fa pensare alla morte e chi non ha paura della morte? Ma l’invecchiamento del corpo è proporzionale al ringiovanimento dell’anima. Bisogna vederlo come un’evoluzione. Con l’età si dà più valore alle cose, si dà più valore al rapporto con lo specchio, non ci si guarda più ogni due minuti. Questo fa di noi delle persone migliori, perché la scala di valori muta. Se una donna a 50 anni si veste come una di vent’anni c’è un problema che nessuna crema potrà mai risolvere. Bisogna imparare che anche se passa il tempo non si diventa più vecchie e neanche meno sexy».
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SULLA BELLEZZA
«Il tempo trasforma fisicamente, è vero, ma puoi tirare fuori altre cose aldilà di quello che rappresenta il corpo, dipende da come ti vedi. Se devo dare una spiegazione dell’evoluzione del mio percorso è un misto tra quello che ho desiderato e la fortuna di quello che mi è arrivato. Oggi ho la consapevolezza che la bellezza che si modifica è un regalo, perché ci sono ancora. Molte donne possono dare degli esempi bellissimi su come si può evolvere e per fortuna oggi c’è più curiosità verso queste bellezze più adulte, siamo piene di bellissime cinquantenni, sessantenni e settantenni che in alcuni casi danno anche il meglio di sé».
SUI FIGLI
«Quello che desidero di più per le mie figlie è che si sentano delle bambine molto amate, quando c’è amore si è più sicuri di sé, perché l’amore in famiglia aiuta a capire che valiamo qualcosa. Alle mie bambine dico sempre ‘voi siete belle’, comincia tutto da lì. Con gli occhi dell’amore le mamme guardano i bambini, li toccano e donano loro il senso del proprio corpo e attraverso questo atto d’amore i figli crescono sentendo di avere un loro posto nella società. Sono stata in mezzo alle donne più belle del mondo e sentivo che a volte non riuscivano a esprimere la loro bellezza al massimo. Bastava dire la cosa sbagliata ed emergeva una fragilità tremenda come se nessuno glielo avesse mai detto che erano belle, come se non sapessero di esserlo. Ritrovare questo filo conduttore interno che indipendentemente da quello che pensano gli altri aiuta a sentirsi in equilibrio è fondamentale. La conoscenza di se stessi, a prescindere da quello che dicono gli altri e l’accettare la vita e il corpo che cambiano, permettono di aprirsi ad altre cose che arrivano, a volte anche più belle di quelle che si hanno già».
SULLA MATERNITÀ
«Alle donne si chiede troppo: essere madri, lavoratrici, badanti e non c’è un’organizzazione sociale giusta per supportarle. Le donne sono stanche fisicamente. Per poter essere madri al meglio hanno bisogno di tempo, perché devono allattare, prendersi cura dei piccoli. Se vogliamo avere dei figli in una società sana, quando le donne decidono di dedicarsi solo all’essere madri dovrebbero essere pagate, avere una mensilità, perché quello che fanno è un lavoro sociale, è il lavoro più importante, invece dopo tre mesi ancora oggi molte donne interrompono l’allattamento per tornare a lavorare».
Un regalo per dire grazie alla mamma
SULLE PASSIONI
«Sono le mie bambine, il mio lavoro e i miei hobbies. Amo anche stare da sola in silenzio, navigare con la testa, vivere quei momenti di ritiro che per le donne con figli e lavoro sono una rarità».
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