March 4, 2017

MONICA BELLUCCI

La vita non è sempre meravigliosa. Ma
dobbiamo continuare a vederne la magia

«Il tempo mi ha migliorata, ora so trovare il lato positivo in ogni cosa», dice l’attrice,
dea della bellezza. E della lentezza: «È l’essenza del mio carattere. Sono pacata e
riflessiva, anche nei momenti difficili», confessa. A 52 anni, Monica ha imparato
a vincere la pigrizia per mantenere il suo corpo in forma perfetta. A guardarsi dentro,
a concedersi momenti di pace e solitudine. E una dolce intimità con le sue bambine

Potresti partire dal fisico, eccezionalmente statuario, la pelle bianca e luminosa del viso, gli occhi scurissimi che, quando vuole, fa sparire sotto la frangetta maliziosa. E la bocca, la famosa bocca a cuore. E invece vieni rapita dallo spazio, dal movimento che crea intorno a sé. Nella camera di hotel dove alloggia a Trieste entra una luce speciale, riflessa dal mare, che profuma già di primavera, anche se è ancora inverno. La pacatezza di Monica Bellucci parte dalla voce, flautata eppure senza segni di affettazione. Cerca le parole, non le butta mai via. «Sono lenta», dice. «Sono sempre stata lenta. Le cose le devo assaporare, gustare. Anche se poi, da sempre, seguo una mia scia, che mi guida sin da bambina». Ogni volta che la incontro è sempre in una terra di mezzo, ora è a Trieste a ritirare un premio importante per On the Milky Road, il film girato con Emir Kusturica. E presto la vedremo nel cast del nuovo capitolo di Twin Peaks. Sennò in viaggio tra Londra, Parigi, Roma, adesso anche Lisbona dove ha preso casa. «La verità è che sono in perenne trasformazione». Il nomadismo ce l’ha nel Dna. Un bisnonno era partito per l’America in nave a cercare fortuna. Adesso che lei ha conquistato il mondo, resta la voglia di continuare a capire, con una fame di vita che è fonte della sua energia. Un lato luminoso, positivo, che, come spiega: «Non avrei mai potuto conoscere se non avessi visto e lottato anche contro tutte le mie ombre».
Monica, quando ha scoperto che quello che voleva fare era il mestiere dell’attrice?
«L’ho sempre saputo, sin da piccola. Le cose sono più facili da raggiungere se sai cosa vuoi. Però non lo chiamerei mestiere. Il mio è un lavoro legato alle emozioni, piuttosto è una passione».
L’adopera spesso questa parola: passione. Hadetto di essere stata tradita e di aver tradito, di essere stata usata come un trofeo. Le delusioni l’hanno fatta diventare più diffidente?
«No, semplicemente ho imparato delle cose e ho aperto gli occhi. C’è una frase bellissima che ho sentito una volta che dice: “L’ignoranza è di colui che guarda il bello e non vede nient’altro. L’innocenza è di colui che vede tutto e continua a vedere il bello”. La vita ti mette in contatto con cose non belle, ma tu devi continuare a vederne la magia».
C’è un errore che non rifarebbe?
«Gli errori sono tutti importanti, necessari. Il bambino è proprio cadendo che impara a camminare. Se stai sempre dritto, seduto su una sedia, della vita non impari nulla».
Sì, però molte persone s’induriscono, s’incupiscono. La sua invece è una visione ottimista della vita. O no?
«Cerco di guardare sempre la parte positiva di quel che mi accade. E anche quando c’è una parte negativa, molto forte, credo che pure lì ci sia dell’energia. Nel simbolo cinese ying e yang, il bianco e il nero si abbracciano. Credo che nel bianco ci sia il nero e nel nero il bianco».
Riesce anche a perdonare?
«A 52 anni la vita ti insegna qualcosa. Se vedi gli sbagli che fai tu e le cose di cui non sei fiera hai della compassione per te, ma sei anche più indulgente verso gli altri».
Questa consapevolezza è frutto di un lavoro interiore, di un’analisi?
«Non ho mai fatto lunghi periodi di analisi. Ma sono andata a cercare, a volte, delle risposte. Vengo dall’Umbria, una terra di santi e ricercatori  spirituali. Chi fa il mio lavoro, fa una ricerca “umana”».

Recitare è una specie di analisi?
«Diciamo che aiuta a entrare in contatto con parti malsane dentro di sé. Il bello è poi che, senza far male a nessuno, questa parte malsana la si esprime sullo schermo».
Dove la prende l’energia?
«Da tutto. Però ho bisogno di momenti di pace e solitudine; a volte mi basta una stanza».
Il sesso che cos’è per lei?
«È l’energia più potente che abbiamo, è l’istinto riproduttivo. Quando sei giovane, ti avvolge e devi essere forte per guidarlo. Diventando adulte le donne non sono più schiave e la dirigono dove vogliono questa energia».
È diverso per l’uomo?
«Credo di sì. L’ho capito grazie ai miei animali: ho un gatto e due gattine. Il maschio, che è sterilizzato, fa uno sforzo enorme per tenere queste micette sotto osservazione. Le vuole controllare in tutto e per tutto e vedo che ha un daffare enorme. Per gli uomini il sesso è soprattutto un discorso di potere, per questo sono meno capaci
di noi di gestirlo: hanno bisogno di controllare, proprio per tenere la sessualità viva».
Che insegnamenti dà alle sue figlie?
«Sono attenta, presente, comunico tantissimo ma non so cosa recepisca la loro parte profonda. I bambini vengono al mondo essendo già qualcosa, sono già entità a sé. Noi, come genitori, diamo ai nostri figli delle informazioni ma loro prendono quello che vogliono».
Cucina?
«So fare cose semplicissime: dolce base, sugo base… Però quando cucino io le mie bambine mangiano tutto. E fanno anche la scarpetta».
Ha preso casa a Lisbona. Perché?
«Lisbona è molto simile a Roma. Ha il fiume, i 7 colli e un microclima molto simile alla capitale. Ecco perché mi piace».
Un’altra città che ama?
«Istanbul, in Turchia, la adoro. Ma a pensarci bene, potrei anche risponderle Parigi e Londra: sono le città dove ho vissuto e che amo. Tutti luoghi in cui scorrono corsi d’acqua».
Anche il tempo scorre… Cambia la testa ma anche il corpo, che per lei è uno strumento di lavoro. Che rapporto ha con il suo fisico?
«Sono consapevole che non è lo stesso di anni fa e che non posso fare tutte le cose che facevo allora, ma è normale».
Cosa ha capito di questo mondo?
«Che sopravviveremo. Se veramente l’uomo fosse orrendo come dicono, ci saremmo già eliminati a vicenda, saremmo già spariti tutti come i dinosauri. Invece l’umanità continua a esistere. C’è un istinto per cui andremo sempre verso la vita e non verso la distruzione».

Le sue quattro passioni in perfetto stile Natural

COLTIVA LA GENTILEZZA
«Se penso che una volta un uomo gentile mi avrebbe annoiato…
Non lo avrei nemmeno guardato. Oggi, invece, rivaluto garbo e signorilità.
Parlo dell’animo, le buone maniere le conoscono tutti».
CREDE NELL’ENTANGLEMENT
«È la connessione sottile tra tutti gli esseri umani, tra ogni creatura vivente
e l’insieme dell’Universo. Credo anche nella sincronicità (un principio di
nessi causali spiegato da Jung): le cose, se devono accadere, ci raggiungono
da sole ma se sai già cosa vuoi, chiaramente, parti avvantaggiato. Io, per
esempio, ho sempre saputo che sarei diventata un’attrice».
SI TIENE IN FORMA CON IL PILATES
«Dovrei essere più disciplinata, ma essendo pigra non sono costante.
Il mio lavoro mi aiuta perché quando ho un impegno cerco in tutti i modi
di onorarlo. Faccio ginnastica, pilates e vedo subito la differenza: il corpo
recepisce le tue attenzioni, cambia incredibilmente. Mi dico: quanti giorni
ho per dimagrire? Nove? E ce la metto tutta: meno male che il mio lavoro
mi impone una disciplina forzata!».
VIVE A RITMO LENTO
«La pacatezza è la mia essenza. Io sono lenta. Non posso andare veloce.
Ho bisogno di assaporare le cose. Mastico

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