La verità è che devo tutto quanto agli uomini «Mi avete amata. Meritatamente? Non so».
Cronaca di un doppio appuntamento con
M O N I C A B E L LU C C I: sotto il flash di Terry
Richardson, poi nella penombra di un bar.
Per parlare di corpi nudi, di regole dell’attrazione
e di alcuni incontri che scombinano la vita.
Rimuove il ghiaccio, afferra la fettina di limone, ne morsica la polpa. Poi nasconde il viso tra le mani, come un’imbarazzata donna qualsiasi. «Non ci posso credere che stia succedendo davvero…», ripete, con la erre arrotolata, appena s’accorge ’essersi messa a flirtare, e proprio nel mezzo di un’intervista. Ne esce con un colpetto di tosse sottolineato, divertita, attenta a far capire che stava solo scherzando, forse. Ha la frangetta decisa, più chiara del previsto. Un tailleur scuro Nina Ricci taglia 38 la cui giacca vola via subito, «Dio mio che caldo che fa qui dentro…», scoprendo una maglina che disegna un seno che sarebbe banale definire “generoso”. Piuttosto è vivo, ben distanziato, architettonico, teso, attento. «Faccio un po’ di Pilates…», dice, dopo essersi fatta toccare i tricipiti, tonici e veri. Nella penombra screziata di rosso dell’Hotel Costes di Parigi, ultimo tavolo in fondo a destra, il più appartato di tutti, Monica Bellucci si concede, non si concede, ricama il suo incantesimo. Arriva la Perrier e il merci beaucoup che rivolge alla cameriera dice qualcosina di lei: le sorride apertamente, la guarda negli occhi senza altezzosità, con la bocca che disegna una “U” accompagnata da qualche raro punto esclamativo del tempo che emerge intorno alle labbra e scompare, subito riarmonizzato nella sua bellezza di cinquantenne.
Monica Bellucci non cambia mai. Constatazione ad alta voce che lei vive come un complimento: «Ha detto una cosa bellissima. Anche la Loren è sempre rimasta uguale a se stessa. È un punto di forza, sa?». In realtà è il suo mistero. Non il suo limite, evidentemente. Troppo bella per essere plasmata. Troppo Monica per diventare qualcun’altra. Circostanza potenzialmente drammatica per un’ex modella e attrice ma decisamente non per lei. Anzi: i registi non cercano la Bellucci affinché interpreti i loro personaggi. Al contrario, vogliono che i loro personaggi ci muoiano, s’arrendano, si sfiniscano, in quel corpo così caricato d’immaginazione. Uno stratagemma alato ed erotico per possederla, a pensarci bene. Mentre per lei un merito artistico strano che le è valso la Légion d’honneur consegnatale dal presidente francese Hollande. Ha appena vinto un premio come miglior attrice al Dublin Film Festival, per Ville-Marie. Emir Kusturica ha scritto un film solo per lei, On the Milky Road, presentato alla scorsa Mostra del cinema di Venezia e di recente al Trieste Film Festival. Poi sarà nel cast di Twin Peaks e a breve debutterà in un ruolo inedito: «Si tratta di una serie televisiva internazionale: sarò protagonista e per la prima volta anche produttrice». Scoperta da Oliviero Toscani, femmina definitiva per Dolce&Gabbana, quasi screpolata da Helmut Newton, struggente per Tornatore e Mel Gibson, attrice vera grazie a Gabriele Muccino. «Vuole sapere la verità?», chiede, «io devo tutto quanto agli uomini».
Ha pensato molto a come vestirsi, per questo appuntamento?
No. Ho semplicemente messo una cosina che mi piaceva. E lei, piuttosto? Ci ha pensato tanto?
Ha detto metto un jeans un po’ liso, tengo la
camicia sbottonata, così vediamo se le piaccio?
Ovviamente sì. Ma non certo per fare colpo. Prima di incontrarla, mi hanno mandato una sua foto perché la potessi riconoscere. E quando l’ho ricevuta ho pensato wow, ammazza ma che carino, chi è? E adesso che la vedo qui, di persona, che sia affascinante lo penso ancor di più.
Cosa intende con: «Devo tutto agli uomini»?
Che dovrei stendere un tappeto rosso, per voi. Mi avete amata.
Amata meritatamente?
Me lo chiedo anch’io, non so. In fondo cosa c’è di più banale nella vita ’essere carina e fare l’attrice? Dai, è di un’ovvietà assoluta. Eppure…
…ci abbiamo creduto, e lei ci ha camminato sopra.
Questo non è vero. C’è stato uno scambio: certe volte artistico, altre volte amoroso. Anche se di storie d’amore non è che ne abbia avute tante, sa? Poche e lunghe: quattro anni, otto, dieci, diciotto. Il conto è presto fatto.
L’avrei fatta più fluida.
Ma no, son sempre stata fidanzata. Dai quattordici in poi son passata da un uomo all’altro, con rarissimi momenti da single. Del resto, è attraverso le storie lunghe che capisci meglio chi sei. Perché finché ci si veste carini e si va al ristorante a bere vodka è tutto facile. Mentre il bello viene quando entri nel crudo, quando permetti a qualcuno d’entrare. È lì che rischi la pelle.
Con i suoi ex che rapporti ha?
Li considero passaggi di vita, e di solito taglio completamente. Non c’è nessuno di loro con cui sia rimasta amica.
Mi son fatto l’idea che lei non abbia mai sofferto molto, per amore. Che con quella boccuccia, con quel nasino, abbia sempre fatto un po’ la spettatrice e non sia mai entrata nell’agone.
Guardi che si sbaglia di grosso. Però ok, va bene che ci sia questa idea di me, ammantata da tutta questa leggerezza. Sono molto felice che mi si legga così.
E invece.
E invece zero.
Come si fa a farla piangere, a trattarla male?
Non ci vuole molto. Nelle storie vere succede, gli uomini mi leggono per quella che sono, non certo per l’immaginario che si crea intorno a me.
Le piacciono gli uomini che arrivano e le scombinano la vita?
Dipende da come la scombinano. A volte si rivelano dei terroristi, a cui apri le porte dell’intimità e ti fanno saltare in aria l’appartamento. Quelle sono persone pericolose.
E perché le fa entrare?
Che domanda è? Vuole dirmi che lei non si è mai trovato ad affrontare un predatore o una predatrice? A me è capitato, e mi è costato caro. Sono naïf, evidentemente.
Quando s’interessa a un uomo, costui in genere crede che stia capitando davvero oppure ha terrore di aver capito male?
Oddio, ma che cosa assurda. Ma perché mi parla come fossi un’aliena? Come fossi discesa sulla terra e non camminassi come un umano? Anche lei è un uomo bello, e perciò sa bene che la bellezza non ha tutto questo potere. Ecco perché prima alludeva al mio nasino e alla mia bocca…
Si sente aggredito, sente che il mio naso e la mia bocca
la attaccano…
Per nulla. Ma se mi chiede se li assaggerei, la risposta è sì.
Oddio, non ci posso credere! Troppo divertente questa intervista. La prego, davvero, scriva tutto.
Quando è a casa e si occupa delle figlie, non impazzisce di noia?
Ma no! Le ho avute tardi, una a 40 anni e l’altra a 44, e so molto bene ciò che voglio. Desidero solo che mi vedano come mamma, la mia casa deve essere la loro reggia.
Suona come un sacrificio non poter vivere apertamente un’esistenza sensuale.
La mia vita di donna adulta deve essere lontana dalla loro visione. Sono divorziata da soli quattro anni e preferisco che le mie scelte non interferiscano sulla loro crescita. Già hanno a che fare con la mia vita da attrice, vedono le copertine, le immagini forti. Spesso mi trovo costretta a spiegare loro quello che faccio. Per ora è sufficiente così.
La facevo più istintiva.
Lo sono. Sono una donna passionale, di cuore, di anima. Devo fremere. Devo essere stimolata dalla mattina quando mi sveglio a quando vado a letto, altrimenti non faccio niente. Devo sentire il sangue che mi scorre nelle vene.
Ha la temperatura alta qui, tra il seno e le spalle.
Non so dove ho la temperatura alta… Ce l’ho in molti posti, le assicuro, nel cuore per esempio.
C’è una sua scena di sesso presa dalla serie tv Mozart in the Jungle che sta facendo il giro del mondo. Tutti i siti, nel rilanciarla, hanno però coperto il suo capezzolo con dei pixel o una pecetta nera. Perché è così scandaloso?
Scandalosa la vista di un capezzolino di donna? Che dà da mangiare a tutti i bambini?
Be’, non è mica una nutrice, non esageriamo.
Non so che dire: forse, in rete, pensano che la sessualità sia più pericolosa della violenza. Abbiamo paura del corpo umano. Abbiamo paura di noi stessi. A me la nudità è sempre piaciuta.
Che pasta espressiva ha il suo corpo nudo, adesso?
Quello di una donna adulta, una donna che ha maturato, come le pere. Ah! Proprio così. Questo è un argomento davvero nuovo, la novità portata da noi donne che, pur senza la freschezza biologica dei vent’anni, godiamo di una femminilità e una sensualità che continuano, nel cinema e pure nella vita.
Ed è un argomento politico, per lei.
No, è una cosa che scopro su di me, e che neanche immaginavo. Quando a vent’anni mi chiedevano cosa avrei fatto a cinquanta io mi vedevo già morta, Tutankhamon.
E invece?
E invece mi sento viva. E vorrei vivere a lungo, fino a cent’anni, se la salute mi assisterà.
Si guarda spesso, nuda, allo specchio?
Ho meno tempo di farlo rispetto a quando ero giovane. Però sì, certo che lo faccio.
E cosa vede, che pensieri fa, cosa le piace?
Penso che a 52 anni la sessualità cambia, si dirige in un altro senso. Quando sei giovane ci sono gli impulsi, che partono e vanno. Mentre adesso non so… È come se avessi sempre bisogno anche dell’amore. L’intimità e il sesso devono portare con sé qualcosa di profondo.
Suona un po’ come una prigione: quando mai si fa l’amore, così?
Si fa, si fa, non si preoccupi.
I corpi degli uomini giovani le piacciono?
Al contrario. Cambia il modo di leggere la fisicità dell’uomo. Trovi eccitanti cose nuove, che non credevi di apprezzare. Ami la rabbia, la forza costruttiva degli uomini intelligenti. È un cambiamento enorme, una questione di testa.
Come ci va a letto, quando dorme sola?
Con una T-shirt e una mutandina. Ma adesso la smetta però, ho cinquant’anni, dai!
Quanto assomiglia la vera Monica Bellucci, quella lontana dai riflettori, a quei piedi non perfettamente aggraziati, a quelle mani lungi dall’essere perfette?
Ma cosa dice? I miei piedi sono lunghissimi, taglia 41. Piedi greci, senza un ditino fuori posto, uno più piccolo dell’altro, in scala perfetta.
Sono sexy invece certi piccoli difetti, la riportano
sulla terra, la fanno diventare finalmente sbagliata.
Ma io sono tutta sbagliata, da sempre. Quando ho cominciato questo lavoro ero più bassa e più grassa delle altre, lontana da tutto ciò che andava di moda, e mi chiedevano di dimagrire. Poi, da attrice, mi martellavano sostenendo che non avrei mai dovuto avere figli, altrimenti nessuno m’avrebbe più cercata, e la mia carriera sarebbe finita. E invece ho fatto come sentivo, ed è successo tutto lo stesso. Ho avuto la fortuna di lavorare con persone di talento. Forse sono fuori dagli schemi. Sono uno sbaglio davvero.
Emir Kusturica cosa dice, di questo mistero?
Una cosa simile a quella che sosteneva Dino Risi: “Tu riesci proprio a sopravvivere a tutto”, mi ripeteva. E anche Emir, che è un po’ istintivo e un po’ mago, pensa lo stesso. “Qualsiasi cosa hai fatto o farai”, mi ha detto un giorno, “rimarrai sempre e comunque innocente”.
FEBBR AI O 20 17 GQITA L I A . I T